Lo
aveva udito chiaramente, questa volta ne era certo. Questa volta non
poteva essersi sbagliato.
Il
pontile di legno terminava là, davanti alla grande macchia scura che
attendeva addormentata tra gli alberi con le sue acque immobili,
piatte, profonde.
Si
voltò e si diresse verso la piccola casa di legno. Era trascorso un
anno da allora. Un anno preciso e adesso era tornato.
Odore
di terra bagnata, la sua vita rubata.
“Ed
ora cosa vorresti? Qui non c’è più niente che ti appartenga”. E
a quelle parole, aveva perso il controllo. Lo aveva colpito.
Si
era svegliato non appena il sole era riuscito a oltrepassare il fitto
del bosco e a entrare dalla finestra. Nel cuore della notte aveva
trattenuto il respiro. Era rimasto nel buio ad ascoltare le piccole
gocce d’acqua che picchiavano al suolo. Poi più nulla. Aveva
ricominciato a respirare, aveva chiuso nuovamente gli occhi e aveva
sognato.
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