Eccoci ad annunciare il vincitore della gara 4 del contest letterario Arcobaleno d'Inchiostro, sul genere storico.
Prima di passare alla proclamazione del racconto migliore vogliamo fare una piccola precisazione: questa volta, a differenza delle gare precedenti, non sono arrivati in redazione così tanti racconti da decidere di assegnare delle menzioni d'onore ad altri partecipanti. Quindi, di comune accordo con il giudice, abbiamo deciso di premiarne solo uno.
Da parte dello staff di Magla, l'isola del libro, facciamo i più sinceri complimenti all'autore selezionato e ringraziamo tutti i partecipanti per aver partecipato a colpi di penna a questa nuova disputa letteraria, particolarmente difficile e impegnativa, come lo è il genere STORICO.
Ma ora arriviamo al momento clou di questa gara 4, del nostro contest dei generi letterari: ecco il vincitore!
Ma ora arriviamo al momento clou di questa gara 4, del nostro contest dei generi letterari: ecco il vincitore!
...Il giudice di questa sfida, Furio Thot ha decretato il racconto che più si avvicina ai canoni del genere letterario affrontato e quindi lasciamo a lui la parola...
RACCONTO VINCITOREAria sulla quarta cordadi Mario Luciani
La motivazione del giudice:
Il racconto è piacevole, ben scritto e completo. Gradevole il finale ambientato ai giorni nostri.
Motivazione principale della scelta: l’originalità della storia. L’inserimento degli elementi di fantasia è stato accurato. Essi non stonano e sono assolutamente plausibili. A titolo esemplificativo: l’aria che segue l’ouverture nella Terza suite per orchestra di Johan Sebastian Bach, a differenza del resto della suite, è suonata esclusivamente dagli archi e ciò contribuisce a rendere verosimile l’azzardo immaginato dall’autore.
La storia mi è piaciuta al punto da farsi perdonare un paio di piccolissime imprecisioni. [si badi che il segnalarle non diminuisce il valore dello scritto, anzi lo aumenta, in quanto il fatto che me ne sia accorto non ha influito negativamente sul giudizio]
"Hai lasciato l’Aria sul suo piano". (avrei preferito "Hai lasciato l’Aria sul suo fortepiano" o, meglio, "sul suo clavicembalo", in quanto il pianoforte nella sua versione fortepiano era nato soltanto da una decina di anni - dalla fusione di clavicembalo e clavicordo - e fece la sua comparsa, proprio nell’anno di ambientazione dello scritto, alla corte di Sassonia.
La seconda imprecisione: la traduzione del Das wohltemperierte Clavier. Bach dedicò effettivamente il primo libro dell’opera a Leopoldo, Principe di Anhalt-Köthen l’anno corrisponde ma è sempre stato tradotto ed è conosciuto come "Temperato", la scelta dell’aggettivo "Ponderato" non la condivido.
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Ecco il racconto premiato
racconto vincitore
Aria sulla quarta corda
Mario Luciani
11 dicembre 1721, Bernburg
Ut
in omnibus glorificetur Deus…
Cammini
senza prestare attenzione alle parole del vescovo. Le conosci a
memoria. In mente echeggia altro.
Con
passo sicuro e maestria aristocratica, e a tempo di musica, quella
che ti ripeti, degni di pochi sguardi chi assiste perplesso al tuo
ingresso. Sorpresi? Certo che lo sono, ma non li biasimi. Anzi, ti
stai divertendo. Hai voluto cambiare parte del protocollo del rito.
Nessuno può contraddirti quando vuoi stravolgere qualcosa. Il perché
è ovvio, ma sono le tue singolarità che non tollerano. Lo leggi in
faccia a tutti loro. Ma tu sei così! Tuttavia non puoi modificare
proprio ciò che ti pare. Servirebbero più riforme. Diamine, siamo
nel XVIII secolo e non nel Medioevo! Per quanti decreti che hai
emanato avranno sognato il tuo cranio sul patibolo? E ridi al
pensiero di cosa accadrebbe se scoprissero i tuoi sentimenti. Non
preoccupatevi, rimarranno segreti. Gelosamente custoditi nel tuo
cuore. E se il tuo amore fosse stato corrisposto, avresti rischiato
tutto? Ti ripeti ancora di sì. Ma non hai mai osato
scoprirlo. Avevi paura di perderlo per sempre. Lui non è come te.
E
se lo fosse?
Sei
dinnanzi all’altare.
Quanto
odi questa cerimonia. Avresti voluto rivoluzionarla. È patetica. Ma
è vietato! Non certo dal Signore, già irato dal fasto ecclesiastico
e dalla farsa aristocratica di questi nobili antiquati. Ma dal Sacro
Impero Romano. Ah! Sacro di che? Senza indugio, sferreresti la tua
spada contro chi sai. Porci assassini! Chissà se un giorno le regole
cambieranno. Però, ora, devi assecondarle. È il tuo tempo. Il
popolo è lì fuori che gioisce. Ti ama. E tu lo ricambi
garantendogli un futuro migliore.
Sorridi
con sforzo a tutti e con sfarzo attendi chi ti siederà accanto.
Quanto
vorresti scappare. Intanto, consolati ancora con la tua Aria.
Che bella! L’hai scritta per il tuo amato musicista di corte che ha
dubbi sul procedere nella sua suite: un Bourée o un Rondò? Gli hai
suggerito qualcosa di diverso, ma giorni fa non avevi ancora le idee
chiare. L’idea giusta è un’Aria, ma non la solita con le voci.
No! Solo strumenti ad arco. È carina come idea e l’hai composta.
Calza a pennello al tuo musicista, giacché le sue composizioni
innovative riflettono il suo animo. Dettata
dalla sfera mondana, dall’osservazione dei costumi e dei risvolti
sociali, la sua musica mescola sacro e profano. Contestata per la sua
spiccata teatralità, la definiscono “luxuriosa” gli esponenti
della chiesa luterana. Tu dici: geniale… Excelsus!
Essa testimonierà quest’epoca in eterno. Le sue note sono
l’alfabeto degli angeli.
Hai
lasciato l’Aria
sul suo piano. È il tuo dono per le sue nozze. Anche lui si sposa
oggi.
Ami
la sua musica. Ami lui!
Ti
ha insegnato a suonare ogni tipo di strumento. È importante se vuoi
scrivere per un’orchestra. E tu hai sempre sognato di diventare un
gran compositore. Lui ti loda per i risultati. Canti bene, a suo
dire. Ma mente. Tu stoni! Infatti, dice sempre: “Bene, bene Vostra
Altezza, però… vogliamo provare ancora?”. Una volta lo disse
sfiorandoti la mano. Non saprai mai se fu voluto, ma suscitò brividi
di piacere che percorsero il tuo corpo e ti abbandonarono in un sogno
bellissimo: tu e lui, sedotti dal piacere. Sorrise delle tue
emozioni. Ma non si accorse di quanto lo amavi.
Quel
sorriso lo ami, come il suo dire, il suo modo di fare e
quell’eleganza nel suonare. Ami quelle dita che non tastano le
corde, ma danzano su di esse. Gli strumenti si fondono con lui in una
magica armonia d’amore. Ma quanto è serio, però, nel comporre. Di
nascosto, l’hai vegliato nelle notti estive. Stava scrivendo la
prima raccolta musicale che poi ti dedicò: Il
clavicembalo ben ponderato.
Straordinaria! Ne scriverà un’altra? Sempre per te?
Conoscevi
già il suo nome e anche la sua notorietà, benché criticata. Ma
quando qualcuno sparla di un artista, tu esulti. Vuol dire che è un
genio. E così vuoi incontrarlo. Hai subito apprezzato il suo talento
presso la corte di Weimar, dov’era come organista di corte. La sua
arte ritemprò la tua anima. Le vibrazioni emesse riscaldarono il tuo
corpo in quella gelida serata di gennaio. Fu un’eccellente fuga.
Ormai, è il suo stile predominante. Come saltano furiose quelle
crome e biscrome. In lui, il contrappunto ha trovato la massima
espressione. Buxtehud, Pachelbel, Handel e poi autori francesi e
italiani l’hanno ispirato. Ma ora è lui il re delle fughe. Poi,
per un suo disappunto, fu cacciato dalla corte di Weimar. Il suo
atteggiamento poco rispettoso fu punito con quattro settimane di
cella. Poverino. Se avessi saputo, gli avresti donato conforto. Il
motivo? Gli avevano negato la carica cui ambiva: Maestro di Cappella.
Così, non esitasti a realizzare la sua ambizione accogliendolo nel
tuo umile regno.
Ti
ho amato tanto. Ho desiderato un bacio. Ti ho sognato.
Ma
tu sei Leopoldo, Principe di Anhalt-Köthen
e non puoi vivere con un uomo. Non puoi amare il tuo Johann
Sebastian Bach.
«Ti
auguro felici nozze» sussurri per lui, mentre la tua futura moglie
ti porge un inchino.
Fai
questo matrimonio e continua la storia del tuo principato!
Oggi
«Cosa
mi consiglia?»
«È
un regalo?»
«Sì,
è per il mio sposo!»
«Posso
proporle: musica classica?»
«Mhhh…
non so! Non ne vado matto, lui neanche. Però… mi dica.»
«Bene.
Le consiglio Aria sulla
quarta corda. È
il titolo con cui è diventato noto il secondo movimento della Suite
per orchestra n. 3 di Johann Sebastian Bach, trascritto dal musicista
tedesco semplicemente come Aria.»
«Si
può ascoltare?»
«Ma
certamente e di sicuro la conosce. Sa, è uno dei brani più belli e
famosi non solo della musica barocca, ma di tutta la musica classica.
È l’unica parte della Suite eseguita da soli strumenti ad arco e
il suo fascino consiste nell’andamento rilassante e soave, oltre
che nella melodia inebriante. Una lettera d’amore, per me. Inserita
in famosi programmi televisivi e in vari film, è oggi,
probabilmente, il brano musicale più conosciuto di Johann Sebastian
Bach…»
Bellissimo non avevo nemmeno letto l'incipit. Mi è piaciuto molto il racconto, e per dirlo uno che non s'intende nulla di musica e che non la segue credo sia ben giudicato anche dal Giudice storico. Di nuovo bravo Mario.
RispondiEliminaGrazie mille. Un cordiale saluto
EliminaComplimenti
RispondiEliminaFelicissimo. Grazieee!! Un cordiale saluto
EliminaEmozionatissimo!!
RispondiEliminaRingrazio di cuore il giudice Furio Thot per aver decretato il mio racconto. E lo ringrazio ancora perché è la prima volta che vinco un concorso letterario. Maggiormente felice di averlo vinto con uno scritto in Seconda Persona (stile che amo tantissimo). Le imprecisioni rilevate non potevano essere meglio menzionate e le condivido pienamente. Sono inconcepibili per chi ama la musica classica come me. Ringrazio sin d'ora chi dedicherà il suo tempo per ARIA SULLA QUARTA CORDA e Loriana Lucciarini per avermi dato la possibilità di partecipare a questo Contest.
Un cordiale saluto.
Complimenti Mario!
RispondiEliminaComplimenti Mario!
RispondiEliminaComplimenti Mario!
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