lunedì 22 giugno 2015

Arcobaleno d'inchiostro - I VINCITORI!


Eccoci ad annunciare il vincitore della gara 4 del contest letterario Arcobaleno d'Inchiostro, sul genere storico.

Prima di passare alla proclamazione del racconto migliore vogliamo fare una piccola precisazione: questa volta, a differenza delle gare precedenti, non sono arrivati in redazione così tanti racconti da decidere di assegnare delle menzioni d'onore ad altri partecipanti. Quindi, di comune accordo con il giudice, abbiamo deciso di premiarne solo uno.
Da parte dello staff di Magla, l'isola del libro, facciamo i più sinceri complimenti all'autore selezionato e ringraziamo tutti i partecipanti per aver partecipato a colpi di penna a questa nuova disputa letteraria, particolarmente difficile e impegnativa, come lo è il genere STORICO.

Ma ora arriviamo al momento clou di questa gara 4, del nostro contest dei generi letterari: ecco il  vincitore!


...Il giudice di questa sfida, Furio Thot ha decretato il racconto che più si avvicina ai canoni del genere letterario affrontato e quindi lasciamo a lui la parola...




RACCONTO VINCITORE
Aria sulla quarta corda
di Mario Luciani


La motivazione del giudice:


Il racconto è piacevole, ben scritto e completo. Gradevole il finale ambientato ai giorni nostri.
Motivazione principale della scelta: l’originalità della storia. L’inserimento degli elementi di fantasia è stato accurato. Essi non stonano e sono assolutamente plausibili. A titolo esemplificativo: l’aria che segue l’ouverture nella Terza suite per orchestra di Johan Sebastian Bach, a differenza del resto della suite, è suonata esclusivamente dagli archi e ciò contribuisce a rendere verosimile l’azzardo immaginato dall’autore.
La storia mi è piaciuta al punto da farsi perdonare un paio di piccolissime imprecisioni. [si badi che il segnalarle non diminuisce il valore dello scritto, anzi lo aumenta, in quanto il fatto che me ne sia accorto non ha influito negativamente sul giudizio]
"Hai lasciato l’Aria sul suo piano". (avrei preferito "Hai lasciato l’Aria sul suo fortepiano" o, meglio, "sul suo clavicembalo", in quanto il pianoforte nella sua versione fortepiano era nato soltanto da una decina di anni - dalla fusione di clavicembalo e clavicordo - e fece la sua comparsa, proprio nell’anno di ambientazione dello scritto, alla corte di Sassonia.
La seconda imprecisione: la traduzione del Das wohltemperierte Clavier. Bach dedicò effettivamente il primo libro dell’opera a Leopoldo, Principe di Anhalt-Köthen l’anno corrisponde ma è sempre stato tradotto ed è conosciuto come "Temperato", la scelta dell’aggettivo "Ponderato" non la condivido.

 _____________________
 
 Ecco il racconto premiato
racconto vincitore


Aria sulla quarta corda


Mario Luciani

 

11 dicembre 1721, Bernburg


Ut in omnibus glorificetur Deus…

Cammini senza prestare attenzione alle parole del vescovo. Le conosci a memoria. In mente echeggia altro.
Con passo sicuro e maestria aristocratica, e a tempo di musica, quella che ti ripeti, degni di pochi sguardi chi assiste perplesso al tuo ingresso. Sorpresi? Certo che lo sono, ma non li biasimi. Anzi, ti stai divertendo. Hai voluto cambiare parte del protocollo del rito. Nessuno può contraddirti quando vuoi stravolgere qualcosa. Il perché è ovvio, ma sono le tue singolarità che non tollerano. Lo leggi in faccia a tutti loro. Ma tu sei così! Tuttavia non puoi modificare proprio ciò che ti pare. Servirebbero più riforme. Diamine, siamo nel XVIII secolo e non nel Medioevo! Per quanti decreti che hai emanato avranno sognato il tuo cranio sul patibolo? E ridi al pensiero di cosa accadrebbe se scoprissero i tuoi sentimenti. Non preoccupatevi, rimarranno segreti. Gelosamente custoditi nel tuo cuore. E se il tuo amore fosse stato corrisposto, avresti rischiato tutto? Ti ripeti ancora di sì. Ma non hai mai osato scoprirlo. Avevi paura di perderlo per sempre. Lui non è come te.
E se lo fosse?
Sei dinnanzi all’altare.
Quanto odi questa cerimonia. Avresti voluto rivoluzionarla. È patetica. Ma è vietato! Non certo dal Signore, già irato dal fasto ecclesiastico e dalla farsa aristocratica di questi nobili antiquati. Ma dal Sacro Impero Romano. Ah! Sacro di che? Senza indugio, sferreresti la tua spada contro chi sai. Porci assassini! Chissà se un giorno le regole cambieranno. Però, ora, devi assecondarle. È il tuo tempo. Il popolo è lì fuori che gioisce. Ti ama. E tu lo ricambi garantendogli un futuro migliore.
Sorridi con sforzo a tutti e con sfarzo attendi chi ti siederà accanto.
Quanto vorresti scappare. Intanto, consolati ancora con la tua Aria. Che bella! L’hai scritta per il tuo amato musicista di corte che ha dubbi sul procedere nella sua suite: un Bourée o un Rondò? Gli hai suggerito qualcosa di diverso, ma giorni fa non avevi ancora le idee chiare. L’idea giusta è un’Aria, ma non la solita con le voci. No! Solo strumenti ad arco. È carina come idea e l’hai composta. Calza a pennello al tuo musicista, giacché le sue composizioni innovative riflettono il suo animo. Dettata dalla sfera mondana, dall’osservazione dei costumi e dei risvolti sociali, la sua musica mescola sacro e profano. Contestata per la sua spiccata teatralità, la definiscono “luxuriosa” gli esponenti della chiesa luterana. Tu dici: geniale… Excelsus! Essa testimonierà quest’epoca in eterno. Le sue note sono l’alfabeto degli angeli.
Hai lasciato l’Aria sul suo piano. È il tuo dono per le sue nozze. Anche lui si sposa oggi.
Ami la sua musica. Ami lui!
Ti ha insegnato a suonare ogni tipo di strumento. È importante se vuoi scrivere per un’orchestra. E tu hai sempre sognato di diventare un gran compositore. Lui ti loda per i risultati. Canti bene, a suo dire. Ma mente. Tu stoni! Infatti, dice sempre: “Bene, bene Vostra Altezza, però… vogliamo provare ancora?”. Una volta lo disse sfiorandoti la mano. Non saprai mai se fu voluto, ma suscitò brividi di piacere che percorsero il tuo corpo e ti abbandonarono in un sogno bellissimo: tu e lui, sedotti dal piacere. Sorrise delle tue emozioni. Ma non si accorse di quanto lo amavi.
Quel sorriso lo ami, come il suo dire, il suo modo di fare e quell’eleganza nel suonare. Ami quelle dita che non tastano le corde, ma danzano su di esse. Gli strumenti si fondono con lui in una magica armonia d’amore. Ma quanto è serio, però, nel comporre. Di nascosto, l’hai vegliato nelle notti estive. Stava scrivendo la prima raccolta musicale che poi ti dedicò: Il clavicembalo ben ponderato. Straordinaria! Ne scriverà un’altra? Sempre per te?
Conoscevi già il suo nome e anche la sua notorietà, benché criticata. Ma quando qualcuno sparla di un artista, tu esulti. Vuol dire che è un genio. E così vuoi incontrarlo. Hai subito apprezzato il suo talento presso la corte di Weimar, dov’era come organista di corte. La sua arte ritemprò la tua anima. Le vibrazioni emesse riscaldarono il tuo corpo in quella gelida serata di gennaio. Fu un’eccellente fuga. Ormai, è il suo stile predominante. Come saltano furiose quelle crome e biscrome. In lui, il contrappunto ha trovato la massima espressione. Buxtehud, Pachelbel, Handel e poi autori francesi e italiani l’hanno ispirato. Ma ora è lui il re delle fughe. Poi, per un suo disappunto, fu cacciato dalla corte di Weimar. Il suo atteggiamento poco rispettoso fu punito con quattro settimane di cella. Poverino. Se avessi saputo, gli avresti donato conforto. Il motivo? Gli avevano negato la carica cui ambiva: Maestro di Cappella. Così, non esitasti a realizzare la sua ambizione accogliendolo nel tuo umile regno.
Ti ho amato tanto. Ho desiderato un bacio. Ti ho sognato.
Ma tu sei Leopoldo, Principe di Anhalt-Köthen e non puoi vivere con un uomo. Non puoi amare il tuo Johann Sebastian Bach.
«Ti auguro felici nozze» sussurri per lui, mentre la tua futura moglie ti porge un inchino.
Fai questo matrimonio e continua la storia del tuo principato!

Oggi

«Cosa mi consiglia?»
«È un regalo?»
«Sì, è per il mio sposo!»
«Posso proporle: musica classica?»
«Mhhh… non so! Non ne vado matto, lui neanche. Però… mi dica.»
«Bene. Le consiglio Aria sulla quarta corda. È il titolo con cui è diventato noto il secondo movimento della Suite per orchestra n. 3 di Johann Sebastian Bach, trascritto dal musicista tedesco semplicemente come Aria
«Si può ascoltare?»
«Ma certamente e di sicuro la conosce. Sa, è uno dei brani più belli e famosi non solo della musica barocca, ma di tutta la musica classica. È l’unica parte della Suite eseguita da soli strumenti ad arco e il suo fascino consiste nell’andamento rilassante e soave, oltre che nella melodia inebriante. Una lettera d’amore, per me. Inserita in famosi programmi televisivi e in vari film, è oggi, probabilmente, il brano musicale più conosciuto di Johann Sebastian Bach…»

 


8 commenti:

  1. Bellissimo non avevo nemmeno letto l'incipit. Mi è piaciuto molto il racconto, e per dirlo uno che non s'intende nulla di musica e che non la segue credo sia ben giudicato anche dal Giudice storico. Di nuovo bravo Mario.

    RispondiElimina
  2. Emozionatissimo!!
    Ringrazio di cuore il giudice Furio Thot per aver decretato il mio racconto. E lo ringrazio ancora perché è la prima volta che vinco un concorso letterario. Maggiormente felice di averlo vinto con uno scritto in Seconda Persona (stile che amo tantissimo). Le imprecisioni rilevate non potevano essere meglio menzionate e le condivido pienamente. Sono inconcepibili per chi ama la musica classica come me. Ringrazio sin d'ora chi dedicherà il suo tempo per ARIA SULLA QUARTA CORDA e Loriana Lucciarini per avermi dato la possibilità di partecipare a questo Contest.
    Un cordiale saluto.

    RispondiElimina