Fu
la poesia a darvi il via.
E
tu, Lucie, sorridevi di quegli stratagemmi, la sigaretta tra le dita
e la pelle chiara e tesa sugli zigomi, e ci avresti scommesso l’anima
sulla fallibilità e la banalità di quella scelta.
«Verlaine»
avevi detto a Henri, raccogliendoti tra le sue braccia in
quell’ultima notte.
«Verlaine?»
Non
potevi vederlo, ma ti era sembrato che stesse trattenendo un sospiro.
O una risata. Se ci fosse stata luce (non si poteva, non si poteva
più, ormai, accendere un lume, o lasciare aperte le persiane),
avresti potuto scorgere i suoi occhi di miele farsi più scuri e la
fossetta comparire alla destra delle sue labbra. Ti eri accontentata
di immaginartelo, mentre con la mano gli accarezzavi un braccio.
«Verlaine.
Chanson d’automne. Il primo verso, d’avvertimento, e poi
il secondo».
«Bene»
aveva sussurrato Henri, sfiorando le tue labbra con le sue.
Prima
dell’alba si era allontanato verso il bosco, alla sua maniera,
rapido e senza voltarsi. Si ricongiungeva al suo gruppo di
maquisards,
ripartiva in direzione nord, verso Arras.
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