venerdì 10 luglio 2015

[arcobaleno d'inchiostro] - "Diana, o della passione" di Marta Paparella (incipit)

Non avresti voglia di perderci la testa, eppure ti tocca.
Sei alla terza dose di quella robaccia alcolica che hai recuperato dai tuoi, prima di salutarli e rientrare a casa. La terza domenica di ogni mese ti affanni a mollare tutto giù in questura e a dedicare due ore ai tuoi genitori. Non è malaccio, solo dispersivo. Fai fatica poi a rientrare nel personaggio, ad abbandonare i panni del figlio unico e viziato per riprendere quelli dell’impavido umorale commissario di polizia che, tuo malgrado, sei diventato.
Ti butti sulla sedia e sposti la lampada verso il centro della scrivania.
Melania Sitta è stata uccisa in un camerino del teatro, a fine spettacolo.
Il verbale della scientifica è chiaro, pur se ancora parziale: morte per asfissia.
Concentrati, Sandro.
Spazzi con la mano le fotografie scattate sul luogo del delitto: ricordi un primo piano della vittima. Lo peschi sul bordo della scrivania e lo tiri a te. Un collo perfetto, candido, una ciocca di capelli neri infilata dietro l’orecchio, zigomi alti e grandi occhi scuri che fissano il soffitto. Nessun segno di strangolamento, niente su tutto il corpo, a parte una contusione sulla tempia destra e un’irritazione dell’epitelio faringeo.
Sbuffi e ti scompigli i capelli. Diana arriverà verso le tre, dopo la chiusura del cinema. Devi trovare il tempo di fare una doccia, e magari di risolvere anche il caso

Nessun commento:

Posta un commento