QUESTIONE
DI INTERPRETAZIONE
Di Rubrus
Quando
l'SMS arrivò nel lussuoso studio legale di Manhattan, Frederick
Corbett stava spiegando ai suoi clienti perché non dovevano
preoccuparsi della class
action intentata
contro di loro.
«Prima
avete detto ai lettori perché il mondo sarebbe finito il 21 dicembre
2012, poi avete detto loro perché il mondo non sarebbe
finito il 21 dicembre 2012. Avete tirato su un bel po' di quattrini,
ma avete offerto loro la libertà di credere o no e la libertà è il
valore fondante di questa nazione... anche se tu, Harry, potevi
evitare di chiamare Age
of Aquarius la
tua catena di pescherie. In ogni caso non si può parlare di abuso
della credulità popolare e...».
In
quel momento il cellulare di Frederick Corbett ronzò. Tutti i
cellulari lo fecero e tutti i presenti obbedirono alla regola
universalmente accettata secondo la quale, qualunque cosa stia
dicendo il vostro interlocutore, colui che sta cercandovi al
telefonino ha la precedenza.
Il
messaggio arrivò in contemporanea non solo a Frederick Corbett e ai
dodici sedicenti esperti di esoterismo presenti nella sala riunioni,
ma a chiunque, sul pianeta, possedesse un cellulare o un apparecchio
simile: dal presidente Obama al presidente Xi Jinping e dai
pescatori al largo della costa cilena ai carovanieri beduini nel
mezzo del Sahara.
Era
scritto in inglese, cinese, francese, spagnolo e arabo e, benché vi
fossero diverse interpretazioni (era scritto con non poche
sgrammaticature e i caratteri non erano perfettamente leggibili), la
versione accettata fu, alla fine, quella proposta dai clienti di
Frederick Corbett e dai loro numerosi colleghi esoteristi o
parapsicologi o antropologi o etnologi o, tanto per non
sbagliare,guru,
sparsi in ogni parte del globo. Diamine, non erano stati loro a
dire che, il 21 dicembre 2012 il mondo sarebbe finito o sarebbero
arrivati gli alieni o vi sarebbe stato un cambiamento o, insomma...
sarebbe successo qualcosa?.
Fatto
sta che, in un tempo straordinariamente breve, l'orbe terracqueo fu
concorde nell'affermare che il messaggino, di indubbia provenienza
extraterrestre, ammoniva: “Vostro
livello aggressività intollerabile. Provvedete entro un anno o
interverremo”.
Nel
periodo che seguì, l'intero pianeta si diede, effettivamente, un
gran daffare.
Le
prime a cessare furono le guerre tra Stati. Ci fu qualche momento di
imbarazzo all'Onu quando due dittatori africani annunciarono che la
guerra tra i loro paesi era terminata e fu palese che la maggior
parte dei presenti era del tutto all'oscuro dell'esistenza delle
summenzionate nazioni.
I
conflitti che vedevano coinvolte a vario titolo le organizzazioni
criminali (mafie, triadi, yakuza, cartelli) cessarono altrettanto
facilmente. Il crimine non richiedeva necessariamente l'uso
della forza.
Per
le rivoluzioni fu un tantino più complesso, ma non pochi rivoltosi,
considerato che il dio per il quale combattevano poteva sì
comunicare in molti modi, ma non per telefono, giunsero alla
conclusione di aver preso una cantonata clamorosa e risolsero il
problema suicidandosi. Quelli che combattevano per un ideale non se
la cavarono meglio perché finirono per scannarsi tra loro.
Naturalmente
l'aggressività non fu eliminata del tutto.
Qua
e là c'erano ancora delle risse, nelle famiglie qualche scapaccione
volava lo stesso e le riunioni di condominio erano bellicose nel
solito, vecchio modo.
C'era
da considerare, inoltre, che la violenza, quella fisica in
particolare, non era la sola forma di aggressività e, a voler essere
pignoli...
Insomma,
quando, un anno dopo il messaggio, satelliti e radar di tutto il
pianeta segnalarono l'avvicinarsi di una flotta aliena, l'umanità
intera si sentiva come uno scolaro che spera di aver studiato
abbastanza per strappare, magari con un po' di fortuna, una risicata
sufficienza.
E,
in effetti, Djexe – Kah, dietro il quadro di comando nell'astronave
ammiraglia, mentre attendeva il rapporto del Comandante della Squadra
Tattica, poteva, in qualche modo, ricordare un professore vecchio
stampo.
I
suoi grandi, umidi occhi neri ed i suoni flautati emessi dalla
spirotromba che ne costituiva l'apparato boccale avrebbero fatto la
gioia di qualunque hippie vecchio
stampo o seguace della New Age, ma un ipotetico spettatore sarebbe
stato colpito soprattutto dai movimenti delle sue quattro braccia, o
dall'accendersi e dallo spegnersi delle sei antenne bioluminescenti
poste sulla sommità del capo.
Era
con queste ultime che, con un complesso linguaggio binario, Djexe –
Kah, Comandante in Capo della flotta, comunicava col suo sottoposto.
«Non
credo» disse alla fine .
«Hanno
delle potenzialità» osservò il subordinato.
Djexe
– Kah tacque – o meglio si spense – un attimo, per riflettere,
poi decise. «Negativo. Una specie così imbelle e inerme, con una
così spiccata propensione al pacifismo, non è degna di entrare nel
Consesso Galattico. Date l'ordine di sterminio».
La
guerra è il padre del mondo
Eraclito
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