lunedì 6 aprile 2015

1/0-1/3 - di Giancarlo Molinari [incipit]


Sinisa Vorski, cambia posizione, ha freddo, la neve, sotto i piedi, fa salire il gelo fino alle dita. Non rientrare, se non sarai riuscito. Le parole del capo, erano duplice sentenza, per Mrata, ma anche per lui, nel caso non avesse portato a termine il compito.
Massimo un'ora, pensa Sinisa, se non compare, andrò a scovarlo.
Lui, Sinisa, aveva provato, in tutte le maniere, a sottrarsi,
<Mrata è mio fratello, non posso ucciderlo>
<Ha tradito, alleandosi con la banda dei Goreky, è un infame, ricorda come sono stati uccisi, per colpa sua, Milnik e Saresa. Se non lo farai, è perché sei vigliacco>
Lui, Sinisa, sapeva cosa avrebbe significato quel marchio; nessuno più, l'avrebbe accettato, nemmeno una banda di nemici. Perché, i vigliacchi, vivono isolati da tutti, sono reietti considerati indegni di amicizia, da chiunque.
Così, pur soffrendo, aveva preso l'arma, ed era andato in cerca di Mrata. Non avendolo trovato nei soliti luoghi, dove la banda dei Goreky, è solita fare raduno, si era appostato a pochi metri dal cancello del giardino di casa. Sarebbe stato più facile, anche più comodo, aspettarlo all'interno, ma non voleva uccidere il fratello, fra le mura dove erano cresciuti insieme. Lo stormire dei rami, mossi dal vento, gelido, del nord, gli fa cadere aghi di ghiaccio in testa. Potessero, almeno, rinfrescargli il cervello. Lo sente in fiamme Sinisa, mentre brucia ricordi.

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