lunedì 6 aprile 2015

Buonanotte - racconto di Rubrus [incipit]


«Non puoi andare avanti così, sembra che stanotte tu abbia avuto un diverbio con Mike Tyson».
Il naso di Arianna penzolava ad una pericolosa distanza dalla tazza del latte; ancora un lieve cedimento del collo e vi sarebbe affondato del tutto.
«È lo stress, sai, il superlavoro…».
«Proprio per questo devi dormire, dovresti provare…».
«Cosa? dimmi cosa dovrei provare che non abbia già provato – scattò lei – forse dovrei davvero avere un diverbio con Mike Tyson, mi sferrerebbe un uppercut e mi spedirebbe nel mondo dei sogni, almeno dormirei un po’». Spinse in fuori le labbra, come per dire altro, ma si trattene.
Era troppo stanca per litigare ed anche per scusarsi. Ma non abbastanza da dormire.

«Cosa ne dici?»
Arianna guardò il depliant che il suo capo le aveva messo sotto gli occhi.
Mostrava una di quelle ville che sembrano il modello per una casa di bambole. Mura color pastello occhieggiavano tra jacarande in fiore e, intorno, prati verdeggianti promettevano passeggiate di velluto.
La scritta sotto la foto, in caratteri vagamente liberty, diceva semplicemente: “La casa della buona notte – centro medicina del sonno”.
«Dico che non me lo posso permettere» rispose lei.
L’uomo allargò il sorriso fino a far scintillare le otturazioni dei premolari.
«No che non puoi. Non più di quanto tu possa permetterti di essere licenziata. Che è esattamente quello che accadrà se ti becco un’altra volta a dormire».

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