Un
colpo forte mi fece sobbalzare. Mi resi conto solo in quel momento di
essermi addormentata sopra il piumone del letto, con i vestiti del
lavoro ancora indosso.
Le
persiane sbattevano in continuazione, a causa delle forti raffiche di
vento.
Cercai
di chiuderle tra lo scrosciare impetuoso della pioggia.
Un
altro rumore arrivò dal corridoio. Sobbalzai. Il cuore decise di
scandire due battiti nel medesimo tempo. Nel buio, trovai
l’interruttore della luce, che, a causa del temporale, non si
accese.
Cercai
il cellulare per poter usare il bagliore del display, ma, quando lo
presi tra le mani, non mi diede segni di vita.
“Ma
come? Non poteva essere. Aveva la carica massima!”
pensai, cercando di trafficare con la batteria.
Arrivai
alla porta, tastando le pareti e, con lo stesso metodo, giunsi in
corridoio, dove notai la persiana della finestra perfettamente
chiusa.
‘Da
dove proveniva allora quel rumore? ’
Avanzai,
sentendo sotto le dita il muro ruvido e gelido. Arrivai allo stipite
dell’ingresso del bagno. Aprii la porta per controllare al suo
interno e ciò che vidi mi fece rabbrividire.
La
finestra era completamente aperta e le tende si muovevano
ininterrottamente, spostate dalla furia della tempesta.
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