lunedì 6 aprile 2015

Otello’s Knife - di Isabella Gravina [incipit]


Il mio passo si fa sempre più affrettato, mi sto dirigendo verso la sala prove del teatro, in cui svolgo con passione il mio lavoro, ho una compagnia teatrale da almeno dieci anni, e ne sono direttrice artistica e curatrice.
Il mio staff, s’impegna con una dedizione incredibile, e non manca un singolo giorno sebbene siano tormentati da febbre o malanni di stagione.
Metteremo in scena l’opera di Shakespeare: Otello.
Per mesi stiamo facendo prove su prove con soddisfazioni e grande ottimismo.
Finalmente siamo giunti alle nove di sera e decidiamo di festeggiare andando in un locale qui vicino al teatro.
Tra un brindisi e l’altro ,non ci rendiamo conto che siano le due di notte.
Un po’ stordita dall’alcool decido di tornare a piedi a casa, che dista solo un isolato .
Terry, la mia amica del cuore mi chiede se voglio un passaggio, ma le rispondo che me la sento di affrontare due o tre semafori senza alcun timore.
Il vento, che proviene dal porto è frizzante ed incanalato, emette un sibilo fastidioso.
M’incammino con un passo lento, complice la sonnolenza procuratami dai numerosi cocktail ed il dolore ai piedi, dovuto ai tacchi vertiginosi.
Il buio è penetrante e la nebbia che sale dal porto, rende tutto molto inquietante.
Il cuore batte in maniera accelerata ed avverto un caldo improvviso al volto.
Sento alcuni passi dietro di me: mi fermo di colpo, mi volto, ma non scorgo nessuno.

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