Il
mio passo si fa sempre più affrettato, mi sto dirigendo verso la
sala prove del teatro, in cui svolgo con passione il mio lavoro, ho
una compagnia teatrale da almeno dieci anni, e ne sono direttrice
artistica e curatrice.
Il
mio staff, s’impegna con una dedizione incredibile, e non manca un
singolo giorno sebbene siano tormentati da febbre o malanni di
stagione.
Metteremo
in scena l’opera di Shakespeare: Otello.
Per
mesi stiamo facendo prove su prove con soddisfazioni e grande
ottimismo.
Finalmente
siamo giunti alle nove di sera e decidiamo di festeggiare andando in
un locale qui vicino al teatro.
Tra
un brindisi e l’altro ,non ci rendiamo conto che siano le due di
notte.
Un
po’ stordita dall’alcool decido di tornare a piedi a casa, che
dista solo un isolato .
Terry,
la mia amica del cuore mi chiede se voglio un passaggio, ma le
rispondo che me la sento di affrontare due o tre semafori senza alcun
timore.
Il
vento, che proviene dal porto è frizzante ed incanalato, emette un
sibilo fastidioso.
M’incammino
con un passo lento, complice
la
sonnolenza procuratami dai numerosi cocktail ed il dolore ai piedi,
dovuto ai tacchi vertiginosi.
Il
buio è penetrante e la nebbia che sale dal porto, rende tutto molto
inquietante.
Il
cuore batte in maniera accelerata ed avverto un caldo improvviso al
volto.
Sento
alcuni passi dietro di me: mi fermo di colpo, mi volto, ma non scorgo
nessuno.
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