lunedì 13 luglio 2015

[arcobaleno d'inchiostro] - Per un colpo di zoom , di Cristina Biolcati (incipit)



«Una bella zoomata su tutta la stanza».
«Va bene commissario, sarà fatto».
Il tecnico si mette all’opera, armeggiando sul filmato della telecamera di sicurezza della villa. Quella stessa telecamera che ha ripreso gli ultimi istanti di vita di Rudy Gualtieri, compagno del padrone di casa, il facoltoso Walter Rossetti, titolare della “Rossetti Socks”, una ditta produttrice di calze da ginnastica, con tallone e suola traspiranti e praticamente indistruttibili.
Il commissario Andrei fatica a comprendere come nel 1980 ci sia ancora un tale divario fra chi si è arricchito e chi tira semplicemente a campare, con un misero stipendio da poliziotto. Di una cosa però è contento, e cioè che Rossetti viva nello sfarzo più assoluto. Perché altrimenti, se non temesse per i furti ed i sequestri di persona, non si sarebbe fatto istallare una bella telecamera in ogni stanza, come quella che ha ripreso l’uccisione.
Circa alle 21 del giorno precedente, si vede Rudy Gualtieri, un ragazzone grande e grosso, seduto sul divano del salotto. All’improvviso, la sua attenzione viene catturata da qualcosa alle sue spalle. Forse qualcuno suona alla porta, oppure entra in casa. Perché il ragazzo esce per un attimo di scena, per tornare pochi istanti dopo. Rudy gli dà le spalle e sembra tranquillo. Ma poi si gira e viene colto di sorpresa. Prova a dire qualcosa, e alza le mani come a volersi proteggere. La pallottola lo raggiunge in pieno petto e cade a terra esanime, fra il mobile bar ed il tavolino, dove è stato trovato. Dell’assassino nessuna immagine, come se sapesse esattamente come non farsi inquadrare: un’ombra che si dilegua, come fosse un fantasma.
Il commissario Andrei sa chi è stato. Lo ha capito subito. Ma non sa come provarlo. E se non si hanno prove, tanto vale non avere capito niente. Si fa più bella figura.

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