domenica 9 agosto 2015

[arcobaleno d'inchiostro] - Altrove di Matteo Pisaneschi (incipit)

Altrove

Matteo Pisaneschi



L’attico di casa del ragionier Banti aveva due finestre.

Una, sulla parete ovest, era in legno e vetro e due ante, e si apriva sul banale tran tran di via Veneto.

Dall’altra, sul lato opposto, Banti avrebbe potuto ammirare l’alba. Avrebbe. E non perché a est l’edificio si affacciava sulla pineta di Malerba, con i sempreverdi a fare da coperta al sole nel suo destarsi. L’altra era dipinta, chiusa e fissa nel suo affresco di bosco al chiaro di luna. Si apriva cieca, come un occhio di vetro, e altrettanto inutile se non per una mera funzione estetica.



«Strano», aveva commentato Banti durante la prima visita, assieme all’agente immobiliare, a quella villetta in vendita. Avvicinatosi al dipinto, la faccia schiacciata al muro, Banti aveva notato una minuscola scritta sul finto serramento.

«Altrove. Deve essere il titolo dell’opera. Chi è l’autore?»

«Non saprei.» L’agente immobiliare aveva fatto spallucce. «Magari, con una mano di vernice. Se vuole.»

«No, mi piace. È particolare.»

Così Banti aveva acquistato quello per cui aveva - e avrebbe ancora dovuto, visto il mutuo sobbarcatosi - lavorato anni: una casa sua, infine, a due piani, con giardino. E un attico orbo. Una menomazione trascurabile, anzi, una stortura piacevole per lui, ragioniere, sempre incasellato nella rigidità di numeri e percentuali.



Anche quella sera, un mese dopo il trasloco, se ne stava immerso nei conti. Era aprile, tempo di dichiarazione dei redditi. Tempo, per Banti, di straordinari. A casa e di sera. Mucchi di sette e trenta affollavano la scrivania nell’attico, ormai il suo secondo ufficio.

La mezzanotte battuta sorda da una campana lontana lo destò dal torpore matematico. Tirò fuori la testa da pile di fatture, si stiracchio e sbadigliò.

Fu allora che la vide: una luce, tremula e fioca, attraversava lenta il bosco di Malerba.

Ladri, forse? , si interrogò. Ma quando capì, nonostante il depennato pericolo, rabbrividì: stava guardando attraverso l’altra finestra.

9 commenti:

  1. Inchiodata alle righe mentre velocemente lo sguardo scivolava giù. Eccellente incipit.

    Franca Riso

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  2. Un incipit magnifico! Lo si legge rapiti, incuriosisce. Le descrizioni, dettagli su dettagli, sono scorci tra le righe. Non solo si legge ma si vede e si percepiscono stati d'animo. Un incipit vitale che quasi lo si respira. Grande Matteo, come sempre! Che onore la tua partecipazione a questo concorso :-) Complimenti!
    Marina Paolucci

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  3. confermo che il mio cognome è Pisaneschi e non Piaeschi :P

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Senza ombra di dubbio, Pisaneschi :-) Impossibile a chiunque scrivere horror con il tuo stile. La tua bravura è ineguagliabile.
      Marina Paolucci

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    2. Gentile Redazione di Magla, il cognome dell'autore, ora corretto in cima, è ancora sbagliato nel titolo del corpo dell'incipit: appare: Pisaeschi, anzichè PISANESCHI. Manca una "n". E' un nome noto nel genere horror :-)
      Marina Paolucci

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  5. Grazie per la segnalazione: cognome corretto. Ci scusiamo con l'autore per il refuso. Magla staff

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  6. Grazie per la segnalazione: cognome corretto. Ci scusiamo con l'autore per il refuso. Magla staff

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  7. Gentile Redazione, è stato corretto ill cognome dell'autore nel titolo in grassetto.
    Quasi corretto invece nella parte sottostante. Sotto al titolo nel corpo del testo
    Altrove
    Matteo Pisa-eschi. >>>manca una "n", come sopra segnalato.
    Marina Paolucci

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