Pollice
verde
Paolo
Romboni
“Forse qui
dentro troverò quello che fa per me”. Pensò Marco, aprendo la
porta del negozio.
Da dietro il
bancone un piccolo ometto dagli occhi a mandorla, sorridendo, lo
invitò a venire avanti.
“Salve
sono Whang Lee, in cosa posso essele utile.”
“Buongiorno,
le spiego. Ho da poco cambiato casa e non ho neanche una pianta da
appartamento, ho notato dalle vetrine che ne avete di molto belle.
Alcune non penso neanche di averle mai viste prima.”
“Celto
capisco,capisco. Si, le nostle piante non sono molto comuni qui da
voi. Sa, la maggiol palte plovengono dilettamente dal mio paese, la
Cina. Sono più costose delle vostle, ma le assiculo che limallà
molto contento, se ne complelà una.”
“Voglio
essere sincero con lei, io non sono un amante dei fiori in generale.
Ma la mia ragazza si. Lei abita per conto suo, ed ha l'appartamento
pieno di ogni genere di pianta. Lei, lo sa, che non ho certo il
pollice verde, ma vorrei che quando viene a casa mia ne trovasse
almeno una, mi sentirei un po' meno in imbarazzo.” Disse Marco
guardandosi intorno.
“Se mi
potesse consigliare lei, gliene sarei grato. Ma mi raccomando mi dia
una pianta che non abbia bisogno di tanta cura. La voglio bella ma
non troppo delicata, ci siamo capiti.”
Il piccolo
ometto smise tutto ad un tratto di sorridere e lo fisso dritto negli
occhi.
“Folse ho
ploplio l'oggetto che fa al caso suo.” E in un istante sparì
dietro una porticina di fianco al bancone.
Il profumo
che emanavano i fiori del negozio, era talmente forte, che Marco non
vedeva l'ora di andarsene da quel posto.
Lee
riaffiorò da dietro la porticina, con un piccolo vaso rosso in mano.
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