TRE
di
Maria Rosaria Del Ciello
18 maggio 1889
Olga giaceva nel
letto esausta ma felice, stesa tra lenzuola di lino e di pizzo,
impreziosite da ricami che dita esperte avevano realizzato per lei.
Lenzuola ora intrise del sudore e degli umori che il parto aveva
provocato.
In un angolo della
stanza una donna, non più giovane, teneva in braccio un fagotto
piangente e aveva sul volto un pallore quasi più intenso di quello
della puerpera.
- È un maschio? –
chiese la giovane Olga con un filo di voce.
- È un maschio… -
rispose l’altra, e sul viso si intravedeva l’ombra del terrore.
Olga sorrise, si
fece il segno della croce e baciò il ciondolo d’oro che portava al
petto.
- Mettetemelo al
seno, vi prego.
La donna non più
giovane ebbe un’esitazione.
- Forse è meglio
aspettare il medico.
Il medico sarebbe
giunto a momenti. Era stato bloccato da una chiamata urgente,
dell’ultimo minuto.
- Voglio mio figlio!
– insistette Olga.
La donna le avvicinò
il fagotto e glielo porse, facendo attenzione che rimanesse ben
avvolto nella copertina di lana.
Olga strinse il
bimbo al petto, scoprì un seno e fece attaccare il pargolo.
E mentre quello
suggeva, con avidità, il latte materno, Olga scostò la copertina di
lana per toccare e carezzare i piccoli piedi del bimbo.
Urlò Olga.
Il bimbo si staccò
dal seno e iniziò un pianto disperato.
Olga svenne.
Un incipit curioso. Brava Maria Rosaria!
RispondiEliminaMarina Paolucci
https://www.facebook.com/marina.paolucci.37
E si resta in attesa che scivoli via quella copertina. Complimenti Maria Rosaria.
RispondiEliminaIncipit interessante e ben scritto, In bocca al lupo :)
RispondiEliminaValeria Barbera