IL
MANOSCRITTO MISTERIOSO
Nicoletta
Fanuele
Erminia
si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, accaldata,
sudaticcia e con un unico pensiero fisso. Raggiunse la cucina, aprì
il frigorifero, versò un bicchiere d’acqua ghiacciata e lo bevve
tutto d’un fiato. Poi tornò in camera e guardò fuori dalla
finestra. Il suo sguardo balzò subito verso l’alto e fu catturato
da una strana luce. L’antica villa che sovrastava il paese, da
decenni disabitata, era stranamente illuminata.
Faceva
caldo, troppo caldo, l’afa d’agosto non accennava a placarsi
neppure in quel paesino di provincia.
Continuò
a guardare fisso lì, in alto, per alcuni istanti. Il caldo era
diventato soffocante. Erminia indossò una canotta e un pantaloncino
e uscì di casa per prendere una boccata d’aria. Afferrò le chiavi
di casa e lasciò sbattere dietro di sé la porta. Si ricordò di
aver dimenticato di portare con sé il cellulare. Non se ne curò. Si
incamminò e, senza rendersene neppure conto, raggiunse l’antica
villa.
Era
sempre stata una gran curiosa, sin da bambina aveva sognato di
diventare una scrittrice di racconti mistery. E in parte vi era
riuscita: curava, infatti, una rubrica di racconti brevi di genere
per un settimanale.
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