sabato 24 ottobre 2015

[Arcobaleno d'inchiostro] - Contatto perso, Francesco Giordano (incipit)

Contatto perso

Quello che in molti avevano sognato era accaduto, una razza aliena era entrata in contatto con la terra. Ma le reazioni degli umani furono diverse, come la venerazione, molti volevano che questi esseri governassero il pianeta perché più saggi ed illuminati dei terrestri.

«Non dovete scusarvi, non è stata colpa vostra.» una donna terrestre era intenta a parlare con i visitatori spaziali, che non si aspettavano una reazione del genere.

«E' la prima volta per noi, non sapevamo bene come procedere, ma sicuramente questa esperienza ci sarà molto utile. Non parlo solo del contatto tra due razze aliene, ma anche di voi umani, siete davvero particolari.» queste furono le parole di uno degli alieni.

Il loro aspetto non era così diverso da quello degli umani, ma c'erano alcune differenze, come il volto coperto da punti neri e la presenza sul petto di alcune strisce. Queste servivano a controllare la temperatura esterna in modo tale che il corpo si adattasse automaticamente alle nuove condizioni. Motivo che portava gli Xanduriani ad indossare solo una vestaglia, perché non necessitavano di altri indumenti, ma essendo esseri complessi, conoscevano il senso del pudore.

«Questo ci porta al prossimo punto.» disse l'umana «Quello di rimandare l'incontro tra le nostre due civiltà.»

«Si... Davvero un peccato, perché dalle informazioni che abbiamo ottenuto e da quello che abbiamo visto, potreste insergnarci molto.» aggiunse l'alieno, tra i due era quello di sesso maschile.

«Vi ringrazio per i complimenti, ma a quanto pare non siamo così degni del vostro interesse come pensate, viste come si sono evolute le cose.» l'umana scosse il capo.

«Non sia così dura.» si intromise la donna Xanduriana «Tutte le specie complesse hanno reazioni complesse e problemi complessi, anche noi abbiamo i nostri grattacapi da risolvere. Purtroppo non siamo perfetti come alcuni umani ci vedevano nei... Come si chiamano? Ah si, films e libri!»

Nonostante le due razze fossero divise da miliardi di anni luce di distanza, riuscivano a capirsi grazie ad uno strumento creato dagli umani. Bastava dire qualche parola in qualsiasi lingua e l'oggetto era in grado di analizzarne l'intero alfabeto. Era così ben strutturato che funzionava anche con una lingua aliena.

«Si, il problema è proprio quello, troppi umani speravano che un giorno arrivassero gli alieni a risolvere tutti i nostri problemi. Purtroppo ancora non capiscono che la realtà è ben diversa, se non facciamo nulla per migliorare le cose, nessuno verrà a salvarci.» l'umana utilizzava parole dure contro coloro che vedevano gli alieni come degli dei.

«Ha ragione, voi umani dovreste capire bene il significato di queste parole. Diversamente da noi, che siamo fisicamente più forti e resistenti, voi eravate in balia della natura e per sopravvivere avete spinto la vostra intelligenza e forza di volontà fino ai limiti. Anche per questo vi ammiriamo.» altri complimenti arrivarono dall'uomo «Il vostro acume si vede anche nelle invenzioni che avete creato, molte cose non esistono nel nostro pianeta e se ci sono, le abbiamo concepite molto tempo dopo di voi, come l'internet.» aggiunse.

«Ah, internet... Mi sa che è la nostra più grande invenzione, ma anche la nostra rovina, a quanto pare...» la donna sembrava non apprezzare i complimenti che gli alieni stavano facendo alla sua razza.

«Dottoressa, tutto ha dei lati positivi e negativi, inoltre con questo strumento abbiamo potuto capire meglio la vostra razza. Certo, noi Xanduriani non abbiamo problemi come il... Complottismo o persone che non si vaccinano, ma è normale che capiti ad una razza come la vostra.» disse la femmina aliena.

«In che senso?» la presidentessa della NASA non riusciva a capire quella frase.

«Beh, è semplice, diversamente da noi, la vostra evoluzione vi ha portati ad avere un'intelligenza ed una complessità molto elevata. Nel nostro pianeta non esistono libri o films perché non abbiamo quella che voi chiamate inventiva, non abbiamo fantasia. Voi invece ne avete così tanta che alcuni umani creano teorie strampalate per trovare delle spiegazioni che il raziocinio renderebbe troppo... Normali.» dopo una breve pausa, la Xanduriana aggiunse «Siete così complessi che alcuni di voi, stanchi di questa... Complessità, preferiscono la compagnia animale.»

Qualche istante dopo, si intromise l'alieno maschio «Il problema vero è la mancanza di fiducia che avete nella vostra razza, siete troppo duri con voi stessi, anche le sue parole lo confermano.» la direttrice divenne rossa in viso, l'alieno aveva colto nel segno «Alcuni ci hanno addirittura pregati di distruggere l'intera razza umana perché è cattiva e inquina il suo pianeta... Cose che succedono anche a noi, ma non per questo ci odiamo tanto da desiderare che un giorno qualcuno o qualcosa ci distrugga. E nemmeno voi dovreste, dopotutto siete arrivati fino a questo punto proprio grazie alla vostra volontà di sopravvivere.»

A concludere ci pensò la donna Xanduriana «Per questo vi consiglio di non lasciare che siano gli umani stanchi della loro complessità a guidarvi...»

La direttrice rimase a bocca aperta, fino a quel momento nemmeno lei aveva mai realizzato quanto fosse fortunata ad appartenere alla razza umana. Cosa che solo un "non umano" poteva capire.

«Vi ringrazio per le parole... Anche voi ci avete dato degli ottimi consigli... Ma adesso è meglio che andiate.» disse la donna, alzandosi dalla scrivania.

Per riportare tutto come prima, gli alieni dovevano lasciare la terra, ma non avrebbero utilizzato degli strumenti per cancellare i ricordi degli umani, il piano era più semplice, utilizzare una scusa. L'atterraggio era solo un evento pubblicitario legato ad un nuovo film di fantascienza di prossima uscita, in questo modo l'avrebbero fatta franca senza troppi problemi.

«Anche da voi abbiamo imparato molto... Prima di andare però, vorremmo darle le coordinate del pianeta Xandru. Chissà, forse un giorno sarete voi a farci una visita.» detto ciò, la femmina aliena diede alla direttrice un foglietto.


Quella fu l'ultima cosa che gli alieni fecero sulla terra prima di tornare sul loro pianeta natale.

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