Da
qualche giorno le cose mi quadravano meno del solito.
Starnutivo
ripetutamente ed avevo sempre sonno.
In
più, tanto per gradire, mi erano comparse due macchioline rosse sul
collo che mi facevano sembrare un appetibile dessert per giovani
licantropi.
Così
la Dottoressa C., medico curante, mi ha spedita dritta dall’esimio
Dottor T., allergologo di sua fiducia.
Calvo
e mingherlino, occhietti penetranti e un camice che quasi sembrava
danzare attorno alla sua esile figura, il Dottor T. mi ha osservata
grattandosi il mento ossuto.
"E'
solita ad usare gioielli in acciaio, nichel o..." mi ha
domandato, indirizzando uno sguardo torvo ai miei orecchini
"…plastica e altre diavolerie simili?"
Istintivamente
la mia mano è corsa a coprire le lunghe margherite made
in china
che penzolavano allegramente sul mio lobo sinistro.
"Bhe,
sì. Ma solo ogni tanto…" ho ammesso imbarazzata
"Mmm…
lo sospettavo" ha mugugnato maneggiando con alcune provette
"Fuma, beve o fa uso di sostanze particolari?"
"Macchè!"
ho scosso subito la testa con decisione "Non reggo nemmeno un
sorso di Heineken!"
"Mmm
… sospettavo anche questo" ha aggiunto osservandomi con
commiserazione.
Poi
ha inzuppato un batuffolo in una tazza d’alcol cospargendomi
l’avambraccio di gocce minuscole, mentre la sua penna, lunga ed
affilata, scarabocchiava incomprensibili simboli.
A quel punto i sospetti sono venuti a me…
A quel punto i sospetti sono venuti a me…
I
suoi occhi da pipistrello hanno iniziato quasi a roteare mentre dalle
sue labbra sottili si diffondevano vocaboli sconosciuti “Cladosporium
herbarum…mucor mucedo…alternaria tenuis…pennicillum notatum.”
Mi
sentivo la protagonista di un rito esoterico e temevo che il
suo camice iniziasse a volteggiare come uno spettro, circondato
da pozioni che si libravano in volo, sogghignanti.
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